La Dichiarazione dei diritti del bambino viene redatta nel 1924 dalla Società delle Nazioni Unite all’indomani dei disastri causati dalla Prima Guerra Mondiale. Impegna i paesi membri solo da un punto di vista morale. È la prima significativa attestazione dei diritti del bambino non è però ancora concepito come strumento atto a valorizzare il bambino in quanto titolare, ma solo in quanto destinatario passivo di diritti.
Nel 1959 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva all’unanimità una nuova Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo che:
- introduce il concetto che anche il minore, al pari di qualsiasi altro essere umano, sia un soggetto di diritti;
- riconosce il principio di non discriminazione e quello di un’adeguata tutela giuridica del bambino sia prima che dopo la nascita;
- ribadisce il divieto di ogni forma di sfruttamento nei confronti dei minori e auspica l’educazione dei bambini alla comprensione, alla pace e alla tolleranza.